“Tutto brucia” dice Ecuba, la vecchia moglie di Priamo, mentre assiste attonita all’incendio di Troia distrutta dai greci nella tragedia di Euripide. In realtà tutto è già bruciato. Si apre a cose fatte, quando tutto è già successo, lo spettacolo Tutto brucia, ideato da Daniela Nicolò e Enrico Casagrande e messo in scena al Teatro India a Roma dalla compagnia Motus, che assume come testo di partenza la riscrittura/adattamento delle Troiane di Jean-Paul Sartre. Ma se il trauma c’è già stato, c’è sempre già stato, questo subito sgombra il campo da ogni rimpianto, da ogni discorso o desiderio di un passato che sarebbe stato, invece, armonioso ed equilibrato. Quel passato non c’è mai stato, e dunque non può esserci nostalgia. Il palcoscenico è tutto nero, cosparso di cenere grigiastra, e dal fondale scende un sudario lucido, quasi untuoso, che sembra petrolio, e una musica cupa che riempie lo spazio di malinconia ma anche di sogno. Tra la cenere, strani resti di ossa, pietre, animali marini, che alludono alla possibilità di una rinascita, di una rigenerazione e di un nuovo percorso, verso il mare...
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